Le olive vengono coltivate nell'Italia meridionale da secoli, per questo i coltivatori sono ben consapevoli della costante minaccia di parassiti e malattie comuni che attaccano i loro raccolti. Nessuno però si sarebbe aspettato il drammatico sviluppo della Xylella fastidiosa, una malattia delle piante che brucia le foglie, comune in alcune zone degli Stati Uniti e del Sud America. L'improvvisa comparsa di questo parassita nel 2013 è stato un campanello d'allarme che ha messo in evidenza la necessità fare di più per mettere al riparto le aziende agricole di tutta Europa.
Il progetto POnTE, sostenuto dall'UE, rappresenta una risposta concreta al problema: riunisce 25 ricercatori provenienti dall'Europa e dall'America Latina, la cui esperienza nella protezione delle piante è necessaria per sviluppare un programma integrato contro gli agenti patogeni aggressivi come la Xylella fastidiosa.
L'attenzione dei ricercatori non è rivolta solo alle malattie e a come si diffondono, ma anche al modo in cui si comportano a contatto con le piante che li ospitano.
Per esempio, dopo essere stata introdotta in Italia, è stato confermato che la Xylella fastidiosa si è servita di un vettore efficiente, la "cimice dei prati", che è ampiamente presente nei Paesi europei. Lo spiega il coordinatore di POnTE, Donato Boscia, dell'Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il batterio è stato rilevato per la prima volta negli oliveti del sud Italia nel 2013. All'inizio del 2016, aveva infettato o ucciso la maggior parte degli alberi nella zona di Gallipoli in Puglia. Il parassita si è diffuso così velocemente che le autorità sono state costrette ad abbandonare le speranze di sconfiggerlo; è stato necessario introdurre un programma radicale di contenimento.
In meno di tre anni, il batterio aveva devastato il settore olivicolo della regione e la relativa economia locale. "Pensate a quanti mezzi di sostentamento potrebbero andare perduti se si permettesse a questa pianta di diffondersi ulteriormente o se si permettesse ad altri parassiti di entrare in Europa e causare il caos in coltivazioni strategiche di alimenti e mangimi; questo scenario è quello che POnTE è determinato a prevenire", sottolinea Boscia.
Il piano d’azione
Il programma quadriennale POnTE, in corso, copre l'intero ciclo di sorveglianza della malattia, rilevamento precoce, prevenzione, mitigazione e gestione, compresi gli studi epidemiologici e le valutazioni del rischio fitosanitario.
"La capacità di contenere la diffusione è la chiave per minimizzare l'impatto socio-economico", nota Aleksa Obradovic dell'Università di Belgrado, del team di ricerca.
"Questo significa che abbiamo bisogno di sapere il più possibile su questi parassiti; sulla loro biologia ed epidemiologia, su ciò che gli piace e non gli piace; come possiamo fermarli sul nascere".
Qui entrano in gioco diversi partner internazionali, dato che molti parassiti vengono introdotti da altre regioni che possono già avere una significativa esperienza nell'affrontarli.
"Il nostro contributo come parte dello sforzo di ricerca POnTE si concentra sull'ampliamento delle informazioni biologiche e genetiche relative ai ceppi di Xylella fastidiosa che circolano in Costa Rica. Queste informazioni sono di grande valore scientifico perché migliorano la comprensione di alcuni dei tratti presenti nei ceppi di Xylella fastidiosa trovati in Italia - così come in altri Paesi europei - attraverso l'analisi comparativa, promuovendo al contempo la collaborazione internazionale all'interno del consorzio", dice il partner del progetto POnTE Carlos Chacon Diaz dell'Università del Costa Rica.
Il risultato di tutto questo lavoro da parte di diversi partner, comprese le PMI che sviluppano kit e servizi diagnostici, le aziende agrochimiche e di sementi, così come i gruppi di interesse, sarà una strategia di gestione integrata dei parassiti che tiene conto della resistenza alle malattie, del materiale vegetale senza malattie, delle pratiche culturali e dei trattamenti ecologici.
Questa iniziativa guiderà il processo decisionale informato e le politiche volte a proteggere l’intero comparto agroalimentare dell'UE, e non solo.