Benvenuti a “UÈ! che Podcast”! In questo secondo episodio parliamo con Mario Nava, direttore generale della DG Reform, cioè la Direzione Generale per il sostegno alle riforme strutturali dei Paesi europei. Una struttura amministrativa nata da poco per volontà della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Quella delle Direzioni Generali è una storia di numeri e di nomi, che ripercorriamo passeggiando tra i corridoi di palazzo Berlaymont, sede della Commissione a Bruxelles. L’importanza della DG Riforme, in un contesto come quello attuale in cui i cambiamenti climatici e la transizione digitale dettano l’agenda dei paesi dell’Unione è chiara. Affiancare i paesi nella realizzazione dei loro progetti di riforma è un compito tanto stimolante quanto complesso, ed è proprio per questo che la giornata tipo di chi la guida o ne fa parte è fitta di appuntamenti. Ve la raccontiamo, soffermandoci sui vari passaggi che dall’idea portano al progetto vero e proprio e alla sua implementazione nel tempo.
E l’Italia? In Italia si parla molto spesso di riforme, e in particolare di “riforme strutturali”, sia sulla stampa che nei discorsi di molti protagonisti della politica e delle Istituzioni. È di questi settimane, ad esempio, la dichiarazione del ministro dell’Economia Daniele Franco a proposito del Piano nazionale di ripresa e resilienza: «Stiamo lavorando al rafforzamento del piano dal punto di vista degli obiettivi strategici e delle riforme strutturali che li accompagnano». Ogni volta che si parla di riforme, la macchina europea scalda i motori. E sono diversi - li raccontiamo - i settori che negli ultimi anni hanno visto collaborare Italia ed Europa.
Ma veniamo al tema caldo di queste settimane, anzi, degli ultimi mesi. Quello che la sintesi giornalistica chiama “Recovery Fund”, ma che sottende la ben più ampia strategia del programma Next Generation Eu.
Facciamo chiarezza su quanti fondi hanno a disposizione gli Stati e su quali sono le “condizioni” e gli strumenti per il loro utilizzo. Perché al capitolo “recovery”, ovvero ricostruzione, ne va aggiunto un altro, “resilienza”. Non è soltanto un termine di moda nel linguaggio politico ed economico, ma è un imperativo del nostro tempo: “Fit for future” è il motto che accompagnerà tutti da qui al 2058. Ne spieghiamo il perché in questo episodio.
Infine abbiamo chiesto al “coach” Mario Nava (perchè è stato anche allenatore di calcio) qualche consiglio su come l’Unione debba giocare le sue partite. E, da Schengen al roaming, fino ai vaccini dei giorni nostri, la risposta è una: come una squadra compatta.
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- Data di pubblicazione
- 12 marzo 2021